Paolo Hutter
Quella in corso nelle università non è una palestra politica generazionale, quindi possiamo polemizzare «da compagni» su alcune impostazioni. Stiamo tutti sperando che il movimento degli studenti ci tiri via dalle pozze autoreferenti del sinistrese e cosa trovo nel documento welfare della Sapienza? Bus e treni gratis! Come 35 anni fa, non certo come nelle lotte dei pendolari 2008. Ai tempi di Lotta continua incontravo gli studenti medi sardi in lotta per i trasporti gratis. Ma quelli erano figli di pastori senza motorino, dovevano fare 30 chilometri di bus per arrivare a scuola. Oggi gli studenti hanno ovunque forti sconti e il problema sembra più quello dell'efficienza del servizio. O dell'intermodalità con la bici. Alcune delle conclusioni dell'assemblea nazionale dell' «Onda» sembrano incongrue, rispetto alla realtà che ho visto, dal vivo, in queste settimane. Cosa c'entrano gli studenti a volte fin troppo «secchioni» delle lezioni all'aperto, della didattica che non si interrompe, della richiesta al preside del permesso di dormire in facoltà, del corteo senza bandiere, con frasi come queste: «Tutto ciò permette di individuare nell'università un terreno di lotta di particolare importanza, a partire da cui produrre dei processi di generalizzazione del conflitto.»? C'è uno stratega rivoluzionario che scruta dall'alto dove concentrare i suoi sforzi? Il mio punto di vista è quello di un ex militante del «lavoro politico» tra gli studenti degli anni '70, e non condivido tutta l' enfasi sull'«abissale» differenza dell'attuale movimento col '68 e il '77. Ora a leggere certe frasi sinistresi o criptiche dei documenti della Sapienza sono spiazzato, le trovo più vicine agli anni '70, e mi chiedo quanto esprimano la realtà del movimento. «Si è sviluppato un dibattito articolato e aperto sulla proposta dell'autoformazione: questa è una tra le varie pratiche sperimentate per l'inflazionamento e il sabotaggio del sistema del credito». Non so se possa essere giusto o importante superare il sistema dei crediti formativi, né quanto sia praticabile farlo in presenza di un sistema europeo di trasferimento dei crediti che è alla base degli Erasmus, cioè della possibilità di scambio . Ma le «pratiche sperimentate di autoformazione» come metodo per «sabotare inflazionandolo» il sistema dei crediti chi le ha sperimentate? Quale sabotaggio? In generale i 3 documenti sembrano rovesciare specularmente la logica del governo nei confronti dell'università. Invece dei tagli e delle privatizzazioni si propongono tanti soldi pubblici: per i ricercatori, per i precari, per gli studenti, per farsi retribuire gli stage, per ri-quinquennalizzare l'università, per le strutture. Questa sì sembra essere una reale esigenza di massa degli studenti, anche se viene descritta in termini molto simili a quelli usati dall'ala economicista degli anni '70, (il salario agli studenti lanciato da Potere operaio) e resta lontana invece dal livello analitico, alternativo ma pragmatico, di una controfinanziaria stile Sbilanciamoci. Si preferisce parlare di autoriduzione dei cinema. .. Nell'idea dei trasporti gratis, poi, non si fa i conti con la necessità di contenere la mobilità e di ridurre le emissioni, per cui ogni trasporto a motore ha un costo esterno. Del resto di territorio, ambiente, risparmio energetico, risorse rinnovabili non c'è traccia in questi primi documenti dell'Onda che dimenticano persino di parlare di internet a banda larga (ancora assente in metà del paese) e di wi-fi (assente quasi ovunque). Quello sì, internet, forse ha senso che sia gratis...
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